Se la tajano parecchio.
Il primo episodio dei The Pills tratta di amore e di Erasmus, del trauma che può causare l’idea della tua donna lontana per mesi tra gente sconosciuta ed alcool facile. Solo che non te la fanno prendere a male, anzi.
I Pills sono un gruppo di ragazzi romani, che come tutti i non ancora trentenni e come tutti i romani fanno di tutto per non lavorare, e piano piano guarda se non ci riescono, i bastardi. Dopo anni di cazzate in comitiva, episodi grotteschi ed aneddoti divertenti, Luca Vecchi (insieme a Mattia Coluccia, Matteo Corradini e Luigi Di Capua ed altri chimici della risata) decide di cominciare a girarci dei video, riversando dentro il sacco di cazzate accumulate tra serate, droghe più o meno leggere e prostitute colombiane.
Prodotti dal Dude Magazine, quello che ne esce fuori sono esilaranti spaccati di vita quotidiana che mischiano realtà e demenziale, citazioni di ogni genere e bianco e nero perché non sanno fare la fotografia.
In poco più di sei mesi i Pills hanno parlato di mercatini vintage, scrittori neomelodici, scherzi pesanti e amori stupefacenti raccogliendo consensi ovunque. Con l’umiltà di chi in realtà ha iniziato per divertirsi con gli amici, ogni episodio si è arricchito ogni volta di citazioni (la puntata su Fabio Volo è un’esplosione di Scrubs, nerdismo e film cult), i mille e mille “zì” di Corradini, sfacciate nevicate di zucchero a velo e un’improbabile merchandising.
La prima serie “regolare” si apre e si chiude con l’amore (passando per il lavoro, gli amici e le droghe), e non perché siano degli inguaribili romantici (secondo fonti vicine al gruppo, il massimo del romanticismo per loro sono gli Snuff Movies), ma perché semplicemente l’amore è la base di tutto. Da lì, gli spunti per un episodio si ramificano fino ad arrivare a risvolti e conclusioni che con l’amore poco c’entrano. Mentre vedi Luca che mangia una banana di nascosto, o Luigi che definisce i nuovi orizzonti della sessualità, capisci che alla fine l’amore è solo una scusa per poterci (e doverci) ridere sopra.
E pensate che dopo tutto questo tempo hanno prodotto talmente tanti deliri mentali che oltre ai The Pills esiste The Pills 1/2. Mezze pillole da prendere quando si ha bisogno di una dose leggera di follia.
Personalmente, ho avuto il piacere di conoscere Matteo, Luca e Mattia, il primo ad una festa ed i secondi ad un’intervista radiofonica che hanno rilasciato la settimana scorsa. La follia si nota, nei loro occhi. Una follia che riversano in battute che sono diventate must per chi li segue, un delirio di sguardi e gesti, una schizofrenia di trame scollegate fra loro ma che hanno sempre e comunque il pregio di farti ridere. Perché la maggior parte delle volte quello che succede in un episodio dei Pills è un qualcosa che abbiamo già visto e sentito, ma che è passato come “un momento come un altro”. Per i Pills, invece, quel momento diventa spunto per dire e fare cose totalmente assurde e senza senso, riuscendo a trovare la leva giusta per trasformare il normale in diverso. Riuscire a ridere per mezz’ora solo perché Luca ha fatto una battuta su un tetto, come è successo in radio la scorsa settimana, non è roba di tutti i giorni. Non avevo mai trovato i tetti divertenti, fino a quel giorno. Le tette si, quelle mi fanno un sacco ridere, ma i tetti proprio no.
Diciamo che i Pills sono diventati un appuntamento fisso in cui, per due, tre o dieci minuti, entri nel loro mondo e capisci che forse visto come lo vedono loro due risate in più te le potresti anche fare.
Insomma, alla fine io ‘sti matti volevo intervistarli e, un po’ come successo per i Bud, all’improvviso mi sono ritrovato a scrivere una mail con domande assurde, sotto specifica richiesta del gruppo. Basta domande “da intervista”, che poi a me fanno tra l’altro cacare (non cagare).
E quindi eccola qui, uncut and uncensored.
Buon divertimento.
The Pills. Ora che ho visto un sacco di roba vostra, sono convinto che il nome sia dovuto agli psicofarmaci che assumete prima di scrivere e girare gli episodi. Cambiate il vostro nome in quello di una droga.
E’ una proposta interessante la tua…Yagé. La droga dell’empatia elogiata anche da Burroughs. Leggende narrano che ti possa far udire il pensiero delle persone che hai accanto. Assurdo.
Un giorno sono stato in una pinacoteca a vedere una mostra fotografica di Matteo Renzi. Cosa ne pensate, della scultura?
Adoro Canova.
La necrofilia, questa sconosciuta. Come vi ponete di fronte al fatto di poter avere un rapporto sessuale con un cadavere? Senza contare quelle che ve la danno durante un after per il fatto che siete famosi.
Mi ricorda un cortometraggio parecchio disturbante che si chiama Aftermath, di Nacho Cerdà. Alla domanda precedente aggiungo un altro corto dello stesso regista: Genesis.
L’altro giorno, in piena notte.. mi sono alzato e ho mangiato una banana in modo così sporco che ho vinto il “Pistone d’Oro”. Ora sto uscendo con una che ha sempre una scorta di aghi Pic nella trousse e lo zucchero a velo del mio panettone era un po’ amaro, quest’anno. Consigli?
Fattela prendere a bene. Se hai visto i nostri tutorial sarai sicuramente in grado di reagire nella maniera più idonea…
Cos’è la celiachia?
Esser sprovvisti d’un enzima in grado di smaltire gli zuccheri composti?
YouTube è un grande veicolo per gente di talento come voi, ma lo è anche YouJizz. A quando The Pillxxx?
Eeeeeh. Presto, dai. Facci raggiungere un punto più alto. Così il tonfo sarà di sicuro più sonoro ed eclatante. Un po’ come Davide Di Porto. Ci piacerebbe replicare il suo rise and fall sorrentiniano.
Inventate un nome a testa mixando un poeta con un oggetto. O col cazzo che vi pare.
Hanna Montale
Gengis Kant
Brigitta Bulgakov
e Leslie Nietsche
Non vi siete un po’ rotti il cazzo di Burton che fa solo film con la moglie e Depp?
Non sai quanto. Ci pensavo proprio ieri, sai?
Salutate Giulia Mazzone.
Un bacio, Giulia. Un Cucchiaio e una Bestemmia è un format geniale. Se passi da noi un giorno lo ufficializziamo e poi lo vendiamo al satellite.
Salutate il mio amico Andrea, sennò non mi fa il logo per il blog;
Ciao Andrea! Daje co sto logo! Te gà e laurà! Hop hop!
Il mio amico Andrea è anche (e soprattutto) un Dj/Producer techno, quando suonerà a Roma ve lo andrete a sentire? Ma soprattutto, ve le pijerete le Pills?
Sono sull’andante sociopatico, e credo che un dj set sia solo una delle tante manifestazioni delle mie fobie. Ma credo che il resto dello staff presenzierà con piacere.
Un paio di domande “ad hoc”: Luca, tu sei un po’ il creatore o comunque l’ideatore dei Pills, in sostanza sei quello che se la comanna. Quali sono le tre peggiori cose che faresti se il gruppo non fosse basato sulla democrazia e tu volessi far valere il tuo ruolo di capo?
In primis sodomizzerei Luigi Di Capua, che si rifiuta categoricamente di lavorare come in realtà potrebbe. Ho sempre detestato le persone poco inclini ad esprimere appieno il proprio talento. Non gli rendono giustizia.
Picchierei Dario. Che continua a rifiutarsi di contribuire attivamente nonostante egli disponga di una genialità decisamente fuori dal comune.
Frusterei Matteo, che sul set è più ingestibile di Marlon Brando e pazzo come Tom Cruise.
Luigi, nell’ultima puntata della serie regolare sei rincorso dalla -per altro bravissima- Melissa, la tossica con le Hogan. Preferiresti provare una droga mai provata o indossare una di quelle scarpe per un giorno?
Preferirei di gran lunga estrarre dell’adrenocromo dalla ghiandola pineale di un essere umano morto. E comunque le Hogan le ho portate per più di due giorni di ripresa e… ti dirò… Sò comode!
Matteo, tu sei l’unico che ho conosciuto di persona [l’intervista l’ho preparata prima di conoscere Luca e Mattia, ndJ], e che nella stessa sera mi ha visto rischiare di vomitare l’anima per più di un’ora. Oltre al fatto di ritenerti sicuramente fortunato per questo due in uno, è vero che quella sera hai tentato più volte di capire i segreti del mio fascino?
Si, e li ho compresi tutti, e tutti insieme mentre ti vedevo da lontano chinato su una tazza del cesso in attesa di una cascata di vomito. Devo dire che anche la tua abilità nel beer pong mi ha stregato, ma forse le due cose sono direttamente correlate, come due facce di un’unica, splendida medaglia. D’oro.
Infine, due domande serie (che non significa volere risposte altrettanto serie, sia chiaro): qual’è il vostro rapporto con Roma come città, quanto ve piaceno la romanità e li Romani?
Fondamentalmente, come degli autentici romani che si rispettino, la amiamo e la odiamo al contempo. Ammettiamo che la carica ilare che ne scaturisce, spesso e volentieri anche inconsciamente, è notevole. Ovviamente a meno che non si tratti di qualcosa di facilone e scontato come accade per Vanzina, Parenti e i Soliti Idioti. “Noi al Circo Massimo, voi massimo al circo” è una copyhead che ci è rimasta nel cuore, ad esempio. Nonostante siamo estranei a contesti da tifoseria.
Che musica vi piace, che cosa odiate, cosa non potete fare a meno di ascoltare?
Ci piacciono le cose tristi: Bon Iver, Death Cab For Cutie, Band of Horses e Fleet Foxes.
Matteo adora il Rap Hardcore.
Dario muore per i Mumford and Son e Black Keys.
A Mattia, come avrete capito, piace la musica di sinistra. Quella da primo Maggio e da festa della raccolta, sostanzialmente.
Grazie ragazzi, la prossima dal vivo!!
Magari ce caschi.
Eccoli, i Pills. Siamo tutti d’accordo che stanno abbastanza fuori, ormai. Quindi, smettete quello che fate, non fate quello che state per cominciare, e vedeteli. Magari troviamo il modo anche noi di non lavorare.
[ed un ringraziamento al volo ci vuole: il buon Andrea, saputo dei saluti dei Pills, si è risvegliato ed ha tirato fuori il nuovo header, oltre ai loghi che trovate qui e sulla nuova pagina di Facebook.
“C’è una pagina di Facebook?”
Ebbene si, la trovate anche in alto a destra del blog. Vi piace?]